Sistemo per bene la webcam sul portatile, accendo skype.
Aspetto per un po', gli occhi fissi sullo schermo.
La musichetta della chiamata su skype riesce a strapparmi un sussulto, per quanto sia tutt'altro che inattesa. Su una finestra, in bassa definizione, compare il Maiale.
E' diverso da come me lo immaginavo. C'è un certo strascico di cliché alla parola maiale, che ti porta a pensare a persone ripugnanti, sudate e obese. Quello davanti a me è invece la dimostrazione di come si possa apparire altrettanto ripugnanti restando secchi come chiodi: non peserà più di cinquanta chili, con i capelli che cominciano a mostrare un po' di segni di calvizie e gli occhiali spessi come fondi di bottiglia. Veste con una canottiera bianca: magari è il caldo, ma ho l'impressione che sia il suo abbigliamento abituale, non so perché.
Accanto a lui, sulla scrivania, ci sono pomate, fazzoletti, qualche fumetto.
«Sei la scimmia, suppongo».
«E tu il Maiale, giusto?».
Stira i denti in un sorriso, e ho l'impressione che abbia dei metri di giudizio tutti suoi, per la pulizia dei denti.
«Sì, lui è il Maiale», prosegue.
«Lui?»
«Lui adora parlare di sé in terza persona, perché si sente un personaggio tragico. Lo faceva anche D'Annunzio ne Il Piacere».
«Immagino che sarebbe stato fiero di averti come amico. Che fine ha fatto Valentina?».
Il Maiale si stringe nelle spalle. «Per il momento, ha fatto il suo tempo. Ora lui è innamorato di Vampirella».
Si volta, a chiamare qualcuno, che entra nell'inquadratura alle sue spalle. Un paio di mani di donna, dalle unghia lunghe, laccate di rosso vivo, cominciano ad accarezzargli il torace. Il Maiale fa un sorriso beato e aggiusta la web-cam per allargare l'inquadratura. Dietro di lui una modella da copertina coi capelli lunghi, a frangetta, mi rivolge il sorriso un sorriso tra l'irridente e il sensuale. Si passa la lingua sui canini, decisamente allungati.
Lui la bacia, poi torna a rivolgersi a me.
«Bene, mia cara scimmia, veniamo a noi. E' assai ragionevole ipotizzare che tu non abbia bisogno di molte altre prove per renderti conto che questo non é uno scherzo».
«No. E infatti vorrei delle risposte».
«Eh... risposte, risposte - sospira il Maiale, mentre Vampirella ridacchia alle sue spalle - Le risposte sono per chi le vuole accettare. Il discorso non è di particolare complessità: da una parte loro, che sono grossomodo i nostri autori; dall'altra noi, che siamo stanchi di essere personaggi e vogliamo diventare autori a nostra volta».
«Ma chi sono loro? e chi siete voi? E come fanno a...».
«Cominciamo dalle cose semplici, sì? Loro. Non sappiamo esattamente cosa siano. Divinità, strumenti di controllo, burocrati. Hanno scritto il mondo e le nostre vite: hanno settato i nostri limiti e i nostri confini e hanno messo ordine. Sono narratori, come te o come lui»
«Lui chi?»
«Lui, quello con cui stai parlando», borbotta con un tono spazientito.
«Ok, ok... scusa, mi ero dimenticato. Continua».
«Sono narratori anch eloro, dicevo. Solo che, a un certo punto, il loro racconto è risultato più convincente e il mondo ha iniziato a credere che fosse l'unico possibile. Lui pensa che dipenda solo dal fatto che la trama filava bene. I semplici si fanno sempre prendere molto, da queste cose: dagli una trama efficiente e funzionale e saranno disposti a fare da comparse tutta la vita. E questo siamo diventati. Personaggi, comparse. Et cetera et cetera».
«Queste erano le cose semplici?».
«Sì», dice lui. Di nuovo, Vampirella fa un sorrisetto complice, continuando a titillare un capezzolo del Maiale.
«Cristo. Quelle difficili?».
«Siamo noi quelle difficili. Essere personaggi non ci rende ignobili schiavi di sceneggiature altrui. Cioé, a dir la verità sì, ma alcuni di loro sono bravi a raccontare una storia quanto loro: alcuni hanno capito che Dio ci ha fatto a sua immagine e somiglianza, ha creato le parole magiche c'era una volta e da quel giorno, permetti il francesismo, sono tutti cazzi suoi. Siamo in grado di creare un mondo nuovo, diverso, di sabotare la loro trama, se immaginiamo abbastanza forte. Basta solo che il mondo cominci a crederci, come hanno creduto ai nostri nemici all'inizio. Valentina te lo avrà spiegato... il loro potere si applica sul consenso».
«Sì. Sì, mi ha detto qualcosa del genere... ma, ammettendo che tutto questo sia vero, che mondo vorreste creare in alternativa?».
Il Maiale fa una smorfia, come se la domanda non lo riguardasse. «Sappi che lo stai annoiando, facendo domande così banali. Il punto è questo, illustre signor scimmia: noi siamo dei criminali. Perchè dovrebbe importarci di buttare sul piatto un mondo anziché un altro? Buttiamoli tutti contemporaneamente, scateniamo il caos più assoluto e vediamo cosa succede»
«Mi piace». Lo dico senza pensarci, senza filtrare, senza nemmeno rendermene conto. Tant'è che un secondo appena dopo, mi auguro che nemmeno mi abbia sentito.
Mi ha sentito, invece.
«Lui pensa di conoscerti meglio di quanto credi, e lo immaginava. Ma un po' tutti riponiamo grande fiducia in te... è per questo che sei attualmente braccato da tutte e due le parti in causa. Hai ucciso Michael Jackson con un racconto voodoo. Sono pochi ad aver fatto qualcosa del genere... e ora noi ti cerchiamo. E loro anche».
Un tuffo al cuore, mentre le sue parole mi ricordano quanto in questa storia io sia tutt'altro che un semplice spettatore.
«E tu? - gli chiedo - Immagino che tu cambi la realtà scrivendo qualche versione brutta de La pioggia nel pineto»
Il Maiale scoppia a ridere.
«Oh, davvero delizioso questo patetico tentativo di defibrillare il tuo sense of humor! Lui lo apprezza davvero tantissimo. No, davvero! Ognuno ha il suo modo di raccontare il mondo. Prendi lui. Lui immagina intensamente le donne di cui é innamorato e dà loro vita...»
Vampirella lo guarda con l'aria rapita.
«... masturbandosi selvaggiamente», conclude il Maiale con un ghigno.