Ora che sono passati un po' di giorni, posso dire che è andato tutto storto.
Tutto, tutto quanto.
Adesso, mentre sono qui a scrivere, penso solo che non so quanto mi resti ancora prima che mi vengano a prendere. Che ho una paura fottuta e non avrei mai voluto entrare in tutto questo.
No, non è vero. Ho anche avuto un'occasione per fare una scelta.
Andiamo con ordine.
Eravamo rimasti a me, che guardo quella foto.
Valentina è lì a fissarmi. Si aspetta che dica qualcosa, un commento, una frase qualunque. Riguardo la foto: realistica, non c'è dubbio. Peccato che, più la guardo e meno dubbi ho: sono l'unico elemento disegnato in quell'immagine. C'è anche uno sbaffo di pennello, all'altezza del braccio che mi fa male.
Gliela restituisco. Non dico niente, ho visto male io.
Riprende la foto.
«Sei disegnato», mi dice.
«Come?», le faccio con il sorriso di uno che non ha ben capito di cosa si stia parlando.
Il suo sguardo, un po' più triste di prima, è tutta la sua risposta al mio squallido bluff.
Non faccio nemmeno finta di ripetere un altro come?
Valentina si alza dalla poltrona.
«Mi segui?»
E' diversa, adesso. In realtà, me ne rendo conto adesso, mi ha sempre dato un'impressione strana... è come se la percepissi sempre un po' più differente dall'attimo prima. Altera, amichevole, distante, seducente, amabila, gelida. E non dà mai l'impressione di cambiare veramente: ogni volta è come se fosse sempre stata così com'è.
Mi lascio guidare da lei, fino alla porticina di uno sgabuzzino, uno di quelli in cui mettere le scope e i prodotti per la casa.
Apre. Anzi, non apre: spalanca.
Dentro c'è un uomo, legato e imbavagliato. Qualche meccanismo del mio sistema di sospensione d'incredulità dev'essere saltato, perché non me ne stupisco affatto. Non mi stupisco nemmeno di riconoscere la faccia dell'uomo che è venuto a prendere Valentina in stazione.
«Fascista carogna...», mormora lei.
Lui mugola qualcosa, guardandomi con un'espressione disperata. Anche Valentina mi sta fissando.
«Ascolta - mi dice - io non credo di riuscire a gestire la situazione da sola. Non... non fa parte esattamente dei miei compiti, diciamo, e ho un tempo molto, molto, molto limitato».
Mi zittisce subito quando sto per replicare. «Fammi finire. Ti dicevo, ho poco tempo e non so quando verrò chiamata ancora dal Maiale, quindi è meglio sbrigarsi».
Si china sull'uomo e mi lancia un'ultima occhiata.
«Cosa intendi per gestire la situazione?», le chiedo.
Non mi risponde, strappa il bavaglio dalla bocca dell'uomo che guarda subito verso di me, disperato.
«ASCOLTAMI! Questa ragazza è pazza. E' mia nipote e sta davvero male. E' stato suo padre ad affidarla a me, io sono un medico. Sono uno psichiatra... pensavo che stare un po' qui a Rimini, rilassandosi, potesse fare qualcosa per i suoi disturbi...»
«Silenzio - sibila lei, voltandosi nella mia direzione - Non credere a una sola parola. E' un Agente della Coerenza. Uno di basso livello, non una Classe Babau, ma pericoloso. Mi sta inseguendo da quando ho messo piede a Bologna perché il Maiale mi ha ordinato di cercarti».
L'uomo scuote la testa. «Ecco, la senti? Certo che l'ho seguita, era scappata di casa! Non fa che delirare su questi personaggi assurdi. E' diventata incapace di distinguere la realtà! Per fortuna uno dei suoi amici ha fatto la gentilezza di chiamarmi, così che potessi tornare a prenderla».
«Sciocchezze - Valentina scuote la testa - Quando mi ha catturato in quel bar in cui mi hai vista, mi ha strattonato fino ad arrivare dietro alla stazione. Non c'era nessuno. Il posto ideale per divorarmi. Poi...».
Di nuovo, l'altro la interrompe.
«Giovanotto, per favore, ascoltami. Mi ha seguito fino in stazione, ha fatto finta di fare la brava. Abbiamo preso il treno. Ha dormito tutto il tempo e, quando siamo arrivati qui in casa, quando le ho voltato appena le spalle per un momento...».
Si ferma anche lui. Restano bloccati a guardarmi.
E io non so cosa fare. Io riesco solo a pensare che vedere un uomo legato e imbavagliato davanti a me passa in secondo piano, rispetto al resto. Rispetto al fatto che non mi sta chiedendo alcun aiuto, non mi sta pregando di fermare Valentina, chiamare la polizia o che.
Perché in realtà...
«Oh cazzo», riesco solo a dire, quando lo capisco.
Non gliene frega niente di essere aiutato. Gli importa solo che ascolti la storia.
Tutti e due. Cercano di raccontarmela con un tono sempre più concitato, sempre più convincente. Tutti e due vogliono che ci creda.
No, nemmeno.
Me ne rendo conto quando li vedo fissi a guardarmi. Fermi. In attesa.
Vogliono che la continui. Che scelga quale delle due continuare.
«E'... è assurdo».
«Cosa è assurdo? La sua versione, vero?», mi chiede l'uomo, indicando Valentina con un un cenno della testa.
Sto lì impalato. Non ci credo troppo nemmeno a quello che sto per dire.
«... A quel punto, Valentina ti ha tranciato la gola con un colpo di taglio. Quand'eravate dietro la stazione. Non è bravissima a combattere, ma ha imparato a gestire questo genere di situazioni dopo anni di addestramento. Altrimenti, perchè avrebbero mandato lei, a prendermi? Non è servito a metterti fuori gioco del tutto, perchè tu non sei davvero umano, ma è bastato a sfiancarti in modo da portarti qui ed esorcizzarti via in modo definitivo».
L'uomo ride.
Ride, esasperato, divertito. Ride per un minuto buono, facendomi sentire sempre più stupido.
Poi tossisce.
Risucchia l'aria, il respiro.
Lo guardo terrorizzato.
«Grazie al cielo - mormora Valentina dietro di me - il potere degli Agenti della Coerenza arriva dal consenso della gente, da quanto chi li circonda crede a loro e alle loro parole. Fortunatamente in queste situazioni, quando ad alimentare il loro potere è una sola persona, combatterli diventa una faccenda gestibile».
Non la sto ascoltando nemmeno.
Guardo l'uomo diventare cianotico, continuando a ingurgitare brandelli d'aria, senza nessuno che lo aiuti.
... è in quel momento che realizzo quanto le cose - da qui in poi - si faranno strane.
3 commenti:
... e non hai ancora incontrato il Maiale.
Lì sì, che si faranno strane DAVVERO.
STRANE PER DAVVERO! OMG.....
soprendente, Mr.... stiamo arrivando al nocciolo della questione, vero? si si... ;)
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